L’aspirazione a vivere a lungo definisce l’atteggiamento consumistico delle élite del mondo occidentale ormai da qualche decennio.

Tutta la mia vita è legata alla Sardegna. I miei genitori sono della Gallura, e io sono nato e cresciuto ad Arzachena. Ho un legame di sangue con questa città, che non smette mai di stupirmi: i profumi della primavera sarda mi inebriano come un tempo.

Nel mondo ci sono tanti posti meravigliosi. Ma le aree in cui la gente vive incredibilmente a lungo si possono contare sulle dita di una mano. Fra queste c’è la Sardegna. Qual è il segreto di quest’isola dalle doti ringiovanenti?

In Sardegna il flusso di milionari provenienti da tutto il mondo non è affatto in diminuzione. Dalla fine del XX secolo a europei e americani si sono uniti russi, arabi e cinesi. Tutti loro vogliono una vita lunga, cosa che non si può comprare in nessun modo nei loro paesi. In alcuni luoghi complica le cose il clima, in altri la società.

Lo status non ufficiale della Sardegna è di isola di milionari. In ogni caso, essa non si è trasformata in una riserva per loro, cosa che «i nuovi sardi» apprezzano molto. Come si riesce a conservare l’equilibrio fra natura e collettività, usanze patriarcali e ambizioni economicamente impegnative?

La popolazione della Terra sta invecchiando rapidamente: secondo le previsioni, verso il 2050 le persone oltre i 60 anni supereranno i 2 miliardi. Munita di una gran quantità di mezzi per prolungare la durata della vita, l’umanità si è trovata a dover fronteggiare una nuova sfida: come mantenersi attivi e vitali nella «terza età»? Da questo punto di vista, la Sardegna ispira.

Gli antichi greci consideravano la Sardegna erede di Atlantide. Oggi gli atlanti del business mondiale aspirano a stabilirsi qui, investendo in immobili e longevità. Ma come si presenta la «casa dei sogni» in Sardegna?

Mio padre era muratore, e io andavo spesso al cantiere: probabilmente la mia passione per l’architettura ha lì le sue radici. È una passione così forte che ho preso tre specializzazioni, una dopo l’altra: ingegneria edile, urbanistica e informatica. Questo fra l’altro aiuta nella realizzazione dei progetti, e ho avuto l’occasione di lavorare in 28 paesi di 4 continenti.